Riscatto Pensionistico: cosa cambia dopo la sentenza della Corte dei Conti n. 8/2025

Negli ultimi giorni stanno circolando in rete numerose notizie riguardanti la sentenza n. 8/2025 delle Sezioni Riunite della Corte dei Conti, spesso riportate in modo parziale o confuso.

Tralasciando i tecnicismi, cercheremo di spiegare in modo semplice e comprensibile, anche per chi non è esperto in materia pensionistica, quanto stabilito da questa importante decisione. 

È fondamentale chiarire subito che la sentenza non introduce nuove regole sul calcolo della pensione ma stabilisce soltanto una corretta interpretazione sulla possibilità di riscatto di alcuni periodi di servizio svolti e non coperti da maggiorazioni.

In particolare, grazie al chiarimento fornito dalla Corte dei conti, possono ora essere riscattati a titolo oneroso, i periodi di servizio militare prestati durante:

  • la leva obbligatoria,
  • i corsi svolti presso gli istituti di formazione militare,
  • i periodi di servizio svolti presso enti e reparti che non davano diritto alle maggiorazioni di servizio.

È importante inoltre ricordare che questo riscatto incide sull’assegno mensile di pensione e non va confuso con i riscatti ai fini della buonuscita (TFS), che servono invece a determinare l’importo della liquidazione di fine servizio.

Cosa cambia per i militari

La Corte ha chiarito che, a differenza di quanto sostenuto finora dall’INPS, i periodi riscattabili possono essere riconosciuti anche se nell’estratto conto contributivo risulta già raggiunto il limite massimo dei cinque anni di maggiorazione.

La sentenza, quindi, non consente di superare il limite complessivo dei cinque anni riscattabili previsti per legge, tuttavia, permette di scegliere quali periodi valorizzare, anche se anteriori al 1996 (cioè nel periodo retributivo della carriera), a condizione che il limite massimo dei 5 anni non fosse già maturato al 1° gennaio 1998.

In pratica, questa interpretazione consente di valorizzare i periodi di servizio più favorevoli (come quelli antecedenti al 1996) anche se in passato l’INPS aveva già conteggiato le maggiorazioni su anni meno vantaggiosi, appartenenti al periodo contributivo (dal 1996 in poi).

È conveniente riscattare?

La convenienza del riscatto varia da caso a caso, ma è possibile fornire alcune indicazioni generali:

  • Per gli arruolati prima del 1996, con pensione calcolata in parte con il sistema retributivo, il riscatto, se non già effettuato prima di raggiungere il limite dei 5 anni, può essere particolarmente vantaggioso, poiché aumenta la quota retributiva e quindi l’importo finale della pensione.
  • Per gli arruolati dopo il 1996, nel sistema contributivo puro, il beneficio economico è minore: il riscatto serve principalmente ad aumentare l’anzianità contributiva, ma incide poco sull’importo dell’assegno.

Il costo del riscatto dipende invece da vari fattori: l’età al momento della presentazione della domanda, la retribuzione in godimento e il periodo richiesto, con differenze tra chi rientra nel sistema misto e chi in quello contributivo puro.

Per chiarire ancora meglio facciamo un esempio pratico.

Un militare arruolato nel 1987 che ha frequentato il corso di formazione, non appartenente ad una categoria di volo e successivamente assegnato a un ente non operativo, può riscattare 1 anno in virtù dei 5 di servizio prestati prima del 31/12/1992 (periodo in quota A), in base a quanto disposto dal D.P.R. 1092/1973.

Fino a oggi l’INPS rigettava le istanze di riscatto motivando il rigetto con il fatto che il militare aveva già raggiunto il limite massimo dei cinque anni riscattabili, anche se tali maggiorazioni riguardavano periodi meno favorevoli (cioè nel periodo contributivo). 

Nel caso descritto, il nostro militare:

  • potrebbe riscattare 1 anno che risulterebbe utile ai fini pensionistici in quota A (interamente retributivo);
  • sosterrebbe un costo stimato di circa € 5.000,00 (variabile in base ai fattori già indicati);
  • con una base pensionabile di circa € 49.000,00 (media per un 1° LGT arruolato nel 1987);
  • otterrebbe un aumento del 2,44% della pensione, pari a circa € 1.195,60 l’anno;
  • ammortizzerebbe il costo del riscatto in circa 4 anni.

Se invece il militare potesse riscattare solo il periodo formativo, avendo poi prestato servizio in categoria di volo o presso un ente operativo, il riscatto riguarderebbe solo 1/5 dell’anno formativo: in tal caso, i costi e i benefici andrebbero proporzionalmente ridotti.

USAMI Aeronautica si era attivata su questo tema più di un anno fa, presentando un interpello ufficiale all’INPS e successivamente un intervento legale per sollecitare l’Istituto ad adeguare le proprie disposizioni interne ai principi ora confermati dalla Corte dei conti.

Un impegno concreto che oggi trova piena conferma nella decisione della Magistratura contabile.

USAMI Aeronautica continuerà a essere al fianco dei propri iscritti e dei militari in genere, con un impegno costante per tutelarne i diritti e garantire informazioni corrette e trasparenti a tutto il personale.

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