Come noto l’Aeronautica Militare piange da anni i manutentori ed è già in corso un evento funesto, l’esodo di tutti gli arruolati anni ‘80 e prossimamente anche quelli degli anni ‘90, parliamo di migliaia di militari. Questo comporta una gravissima crisi nel settore principale della Forza Armata. Oltretutto, le nuove assunzioni servirebbero a poco dato che per rendere operativo uno specialista possono servire anche 5-6 anni di formazione teorica e pratica.
Ma come fermare questa emorragia di professionisti?
Inutile prenderci per i fondelli, l’indennità di manutentore dell’ultimo contratto è stata una presa in giro che peraltro non ha premiato nemmeno coloro che si assumono realmente le responsabilità civili, penali e amministrative (lc2 e lc3).
La Forza armata, dal canto suo, che da anni era al corrente di questo fenomeno, non si è mai preoccupata di fare qualcosa di concreto, forse anche a causa del sistema temporale di comando (i vertici durano in carica due o tre anni) che non favorisce atteggiamenti e responsabilità sulle prospettive future dell’Amministrazione e dei militari.
Ad oggi l’unica soluzione adottata dalla Forza armata è stata quella di pagare più CFI alimentando malcontenti, divisioni, rancori e, a nostro avviso, minando anche la sicurezza del lavoro e del volo dove pur di ottenere quel magro indennizzo il personale si presta spesso a condizioni lavorative che superano il limite della tolleranza.
C’è poco da fare, qui lo Stato deve mettere mano al portafoglio e approvare urgentemente una legge specifica per il personale in questione, ma anche per altre categorie critiche che ci riserviamo di analizzare nel dettaglio.
Ecco la proposta USAMI AERONAUTICA:
Estendere il sistema incentivante già utilizzato per piloti e controllori, e riconoscere dei PREMI RAFFERMA PER I MANUTENTORI, tenendo conto che già l’Aeronautica sostiene indirettamente ingenti spese per pagare gli stessi militari che, paradossalmente, una volta congedati anche prima del limite di età, vengono assunti dalle ditte e reimpiegati come manutentori nella stessa Forza armata.
– 15.000 EURO ogni 5 anni successivi all’acquisizione della licenza di manutenzione MAML se mantengono il livello abilitativo lc2 lc3.
– per gli anziani nella fascia dai 55 ai 60 anni 15.000 EURO ogni due anni fino al congedo ancorché mantengano il livello abilitativo lc2 lc3.
– per tutti i manutentori un premio di congedamento pari a 20.000 EURO: se si congedano per limiti di età e chiedono il collocamento in ausiliaria anziché con la pensione anticipata;
– per i manutentori che vengono richiamati dall’ausiliaria 15.000 euro ogni due anni di permanenza in tale status se impiegati nel settore della manutenzione e se mantengono i livelli di abilitazione lc2 lc3;
– per tutto il personale percettore dell’indennità di volo supervalutazione del servizio (maggiorazioni pensionistiche) pari a UNO/TRE anche oltre il limite di 5 anni con relativi versamenti contributivi a carico dello Stato.
Con questa proposta l’Amministrazione avrebbe solo vantaggi ma soprattutto un grande risparmio economico tenendo conto del maggiore costo sostenuto per le imprese private che operano nel settore, è chiaro che anche con questi premi i militari costano meno!
Questa la sintesi del Disegno di Legge che abbiamo elaborato e che è in consegna alle Istituzioni.
E’ necessaria una contestuale eliminazione del CFI con la conseguente riallocazione dei fondi disponibili nel FESI. L’attuazione di questa ridistribuzione economica comporterà l’emanazione di tre distinti decreti FESI cosicché ogni Forza armata riutilizzi sotto forme di FESI i risparmi ottenuti dai propri CFI, garantendo così la continuità e la valorizzazione delle risorse interne.
USAMI AERONAUTICA E’ SEMPRE IN PRIMA LINEA CON PROPOSTE CONCRETE NELL’INTERESSE DEL PERSONALE.
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