MISSIONE IN KUWAIT e A DECIMOMANNU IL TOTO-DATE DI RIENTRO
Militari in missione costretti a rientrare al reparto a spese proprie
Le assurdità che ci vedono coinvolti come sindacato non hanno mai fine.
Il nostro sindacato si vede costretto a intervenire nuovamente sulla disorganizzazione della Forza Armata nella gestione del personale in missione.
Il personale del 6° Stormo di Ghedi, impiegato in Kuwait, dopo mesi di missione non ha alcun modo di avere una data certa sul rientro in patria, mentre qualcuno si diverte a dare i numeri del lotto, dapprima il 16 luglio poi il 23 o meglio il 31 luglio, oppure il 10 agosto, o forse il 31 agosto….
Ma non si tratta di una storia nuova, a quanto pare la stessa disorganizzazione si è manifestata in occasione della missione in Sardegna svoltasi lo scorso autunno, di fronte all’ennesima incertezza della data del rientro taluni si sono arrangiati rientrando a proprie spese alcuni con il velivolo civile, altri con la nave o il mezzo proprio, senza il diritto al recupero delle festività, in quanto la missione era “teoricamente” terminata, e senza nemmeno il ristoro di una semplicissima colazione a causa della chiusura dei circoli avvenuta a Decimomannu in occasione delle festività.
Ebbene USAMI aeronautica interverrà nuovamente a tutela del personale, ancorché si debba constatare che i fatti sopra esposti rientrano in una generale trascuranza che la Forza Armata dimostra per il suo personale a partire dalle sistemazioni alloggiative, per continuare con il trattamento alimentare, e finanche sui ritardi di decine di mesi per il pagamento delle indennità di missione.
Per quanto di per se già grave (almeno a nostro parere) la vicenda sopra descritta e da noi attribuita ad una discutibile pianificazione, potrebbe assumere contorni diversi se, come sembra, dovesse emergere che per taluni gradi o categorie l’effetto di tale “disorganizzazione” non abbia avuto alcuna ripercussione, magari perché equipaggio del velivolo, quindi obbligato al rientro, oppure perché già in possesso di un biglietto di aereo civile, ovviamente rimborsato dall’A.D… Ebbene questo farebbe emergere un quadro di mancanza del benché minimo rispetto dell’essere umano; significherebbe che esistono militari di serie “A” ed altri di serie “Z”, con la ripercussione evidente dell’analoga distinzione anche per le rispettive famiglie.
C’è poco da dire, l’Aeronautica Militare ha bisogno di un riassetto generale che metta al primo posto la dignità della persona (motto tanto usato qualche anno fa: “l’uomo al centro”), solo partendo da tale presupposto si può discutere ragionevolmente sulle soluzioni logistiche ed amministrative che vadano concretamente incontro al rispetto di TUTTO il personale e delle loro famiglie.
Tuteliamo i tuoi Diritti, Difendiamo chi difende la Patria.
USAMI Aeronautica – Il tuo Sindacato Militare
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